4 novembre: Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
L’omaggio nei 100 anni del Milite Ignoto.
Anche i bambini e i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Negrar hanno partecipato alla commemorazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che si è svolta presso il monumento ai caduti, nel centro del paese.
Erano presenti i bambini di due classi della Primaria del capoluogo e i ragazzi di due classi della Scuola Secondaria, accompagnati dalle loro insegnanti, in rappresentanza di tutti gli alunni e del personale della scuola.
Al rientro a scuola, i bambini hanno scritto le loro riflessioni sul commovente momento della celebrazione.
“Mi è rimasto molto impresso quando abbiamo detto “Presente” alla lettura dei nomi dei caduti in guerra. Secondo me è stato per ricordare che quegli uomini ci sono ancora.”
“Sono rimasta colpita da quanti sono stati i soldati caduti in guerra!”
“Mi è tanto piaciuto quando abbiamo cantato insieme l’Inno d’Italia.”
“Quando dovevamo dire “Presente” al nome del soldato caduto, mi sono sentita molto seria. E non riesco a capire perché. Forse perché mi sentivo davvero dispiaciuta per la loro morte, ma allo stesso tempo anche molto grata.”
“Mi sono sentito molto triste pensando a quante famiglie hanno sofferto per la morte dei loro cari. E anche di più quando ho cercato di mettermi nei panni di quella madre che cercava di riconoscere la bara di suo figlio, quella che sarebbe diventata la bara del Milite Ignoto.”
“Mi sono rimaste impresse le frasi della poesia recitate dai bambini delle elementari.”
“Partecipare a questa cerimonia mi è piaciuto, però mi fa strano sentire la storia della guerra, che è un argomento toccante, che mi fa anche un po’ di paura.”
“Mi sono rimasti impressi i volti delle persone, tristi e rispettose. E poi mi ha colpito la statua del monumento. Io la vedo ogni giorno, ma ieri mi è sembrata completamente diversa; era più dettagliata. Una volta che hai capito cosa significa, diventa tutt’altra statua.”
“Mentre cantavamo l’Inno d’Italia, ho pensato a quanto sono stati bravi e coraggiosi i soldati morti in guerra. E lo hanno fatto per noi, e per questo penso che tutti dovremmo ringraziarli.”
“Mi ha colpito molto il momento in cui hanno deposto la corona d’alloro vicino al monumento. Si vedeva che quel momento, per gli alpini con le bandiere alzate, era proprio un momento importante.”
“Io ho pensato molto alle madri e alle mogli che hanno aspettato tanto il ritorno del proprio figlio e del proprio marito. E invece non sono mai ritornati.”
“Mi è rimasta impressa la dedica al Milite Ignoto, mentre l’elenco dei nomi delle persone morte mi ha reso molto triste.”
“Ieri mi aspettavo una cerimonia noiosa. Invece mi ha molto colpito e mi è rimasta impressa nella mente. Mi sono commossa. Mi sono messa nei panni di tante persone che hanno perso un loro caro in guerra. Ho immaginato le madri alla ricerca del proprio figlio; la loro sofferenza. Quanta tristezza, compassione e rabbia. Tutto insieme. Spero che questo non si ripeta mai più.”
“Mi sono rimasti in mente tanti momenti. Ho pensato a quante persone coraggiose e forti hanno vissuto quei momenti.”
“Mi è rimasto impresso quando gli alpini si sono messi sull’attenti. Ho visto i loro volti. Non lo avevo mai visto dal vivo, solo nei film. Ma una cosa è vederlo dentro al televisore, un’altra è vedere delle persone che lo fanno davvero. È diverso e ora ne sono certo. Quando stavano elencando i caduti in ordine alfabetico, ho aspettato fino alla fine, per sentire se citavano il nome di qualcuno che poteva essere un mio parente.”
“Quando hanno portato la corona d’alloro, mi sono venuti i brividi. E ho visto gli occhi lucidi di alcuni degli alpini. Avevo già visto questa cerimonia dal balcone di casa mia, ma essere lì, così vicina, è stato diverso.”
“Mentre leggevano la storia del Milite Ignoto, ho visto il volto di alcune persone che si sono emozionate. Alla fine abbiamo cantato l’Inno d’Italia ed è stato un momento di sollievo che, secondo me, anche se solo per un minuto, ha unito tutte le persone presenti.”
“Mi è rimasta impressa la lettura dei nomi dei caduti durante la guerra, perché erano molti. Troppi.”