Stare a casa, senza fare niente, è noioso; per questo, ho scritto come svolgere alcuni esercizi addominali per tenermi sveglia e attiva. Anche se è difficile stare a casa, riesco a organizzarmi, in questo periodo sto guardando la televisione solo alla sera. Per esempio ho appena finito di studiare scienze ed è stato molto interessante: ho più tempo per stare sui libri. Fare i compiti, in questo periodo, è  anche stimolante  e  mi manca la scuola. Farli è l’unico modo per imparare, molti sono sul computer e allora mi diverto di più.

C.F.

 

 

In questo periodo i miei   stati d’animo sono questi: noia perché non so mai cosa fare, le giornate trascorrono sempre più lentamente, fino a sabato sono riuscita trascorrere un po’ di tempo con le mie amiche trovandoci al parco oppure per fare compiti. Un altro mio stato d’animo è la tristezza perché non posso incontrare gli amici oppure i parenti. Anche la preoccupazione influisce sul mio stato d’animo perché penso alle persone con delle patologie gravi e quindi mi ritengo fortunata perché sono sana e non devo fare altro che stare chiusa dentro in casa per proteggermi e proteggere le altre persone.

L.N.

 

 

Per fortuna che il mio paese è abbastanza isolato e posso girare in bici. So che sarebbe meglio stare in casa ma, siccome io non ce la faccio, vado in giro lo stesso perché tanto per le strade non c’è mai nessuno quindi non rischio di ammalarmi.

Mi dispiace per la situazione di emergenza e spero che finisca perché non ci siano più persone ammalate, però tutto sommato stare a casa da scuola non è così male…

R.B.

 

 

In questi giorni stiamo vivendo un periodo molto strano, in cui stiamo a casa invece di andare a scuola, che limita certe nostre azioni quotidiane, come uscire fuori a giocare.

A.H.

 

 

Questo virus è nato in Cina e qui in Italia c’era la paura che arrivasse, alla fine è arrivato. Io sono abbastanza tranquilla, ma un po’ di paura c’è sempre perché i miei genitori lavorano in ospedale e c’è la possibilità che vengano infettati e che poi infettino anche me e le mie sorelle.

Ma sono anche triste, perché mi mancano i miei amici, mi mancano le risate fatte insieme, i bei momenti passati insieme; mi manca anche fare ginnastica artistica con le mie amiche.

Ci sono anche dei problemi come quello che noi siamo in tre sorelle e abbiamo solo un computer per fare i compiti, quindi dobbiamo in qualche modo dividerci il tempo; oppure visto che i miei genitori adesso lavorano molto di più, noi io e le mie sorelle dobbiamo arrangiarci a fare da mangiare.

M.T.

 

 

In questo periodo un po’ strano ho dovuto rinunciare al mio sport preferito, il calcio. In queste due settimane ho saltato quattro allenamenti e due partite; ma soprattutto ci hanno annullato, la settimana di carnevale, il Giovedì, il torneo di pallamano e anche una gita sul territorio veronese.

Io penso che abbiano fatto bene a chiudere le scuole così che tutti non prendessimo il virus perché avrebbe causato una situazione più grave di quella che c’è ora. Questa secondo me si può chiamare “vacanza” inaspettata perché da un giorno all’altro ci siamo ritrovati a dover stare a casa da scuola a rinunciare a tutto quello che facevamo prima, come se fossimo tutti in ferie. Comunque anche se siamo a casa dobbiamo fare tanti compiti per mantenerci allenati con le varie materie scolastiche.

E.B.

 

 

 

In questo periodo dove è fortemente consigliato restare a casa, noto dei cambiamenti nella mia routine e mi accorgo dell’importanza di alcune cose che non pensavo fossero così essenziali per me.

Le mie abitudini sono cambiate come ad esempio come sfrutto il tempo, ora che siamo a casa da scuola e che la maggior parte del tempo, se non qualche ora, la passo in casa mi organizzo meglio i tempi di studio/compiti e quelli di svago.

Riesco anche ad aiutare i miei genitori: mia mamma con le faccende di casa e mio papà nei lavori dell’orto del nonno o nel campo.

In questi giorni ho anche riscoperto alcuni giochi o svaghi che era da molto che non facevo, come giocare a ping-pong con mio fratello oppure giocare con il mio cane nel giardino di casa.

Ma ho capito che la cosa che mi manca di più è il contatto con i miei amici, parlare faccia a faccia, so che potrei mandare un messaggio, però preferisco non farlo perché ho capito la differenza di parlarsi a quattr’occhi invece che essere divisi da uno schermo che filtra le nostre emozioni.

R.S.

 

 

 

È vero, siamo obbligati a stare in casa.
Dopo la situazione che stiamo vivendo, non c’è motivo di sorprendersi guardando un virus diffondersi, e se ci riflettiamo bene, è solo colpa nostra, dell’umanità. Noi umani pensavamo e pensiamo tuttora purtroppo di essere gli esseri più forti, più potenti, i più maestosi della storia della natura.
Pensavamo pure di essere pronti a tutto, che niente avrebbe potuto far deragliare il treno della maestà su cui tutta l’umanità era a bordo. Fino a qualche mese fa lo pensavano tutti, compreso me. Come abbiamo potuto notare, non è così: è bastato un semplice virus, una semplice malattia e ci siamo allarmati subito, come se fossimo impreparati, impauriti, terrorizzati. Una malattia, che per distruggere il treno su cui tutti eravamo, è bastato solo che ci soffiasse contro, e il treno è precipitato giù da un burrone. E quando pensavamo che andare a scuola, fosse orribile, adesso rimpiangiamo quei momenti felici, in compagnia degli amici.
Siamo obbligati a trasformarci in zombie adesso, non possiamo uscire, andare con gli amici, respirare un poco di aria pulita. E purtroppo c’è gente che ancora non rispetta le regole applicate, che fa quello che vuole, che ancora crede che l’uomo sia l’essere più potente.
Questo virus maledetto ci ha rallentato, ha fatto capire a tutti noi che l’uomo non è poi così forte come si credeva, come pensava di essere. La malattia ha minato la nostra maestosità, facendoci riflettere.
Quando finirà tutto potremo dire con certezza una sola cosa: Non siamo pronti a niente, non siamo mai stati pronti a niente e mai lo saremo.

 

 

 

Una cosa che mi strazia molto di questa quarantena è il numero di morti che si registra ogni giorno e non riesco ad immaginare come si possano sentire i famigliari di queste persone.

In questo momento, medici, infermieri e tutto il personale sanitario sono molto importanti e fanno di tutto per aiutarci e sconfiggere il virus.

L’importante è che una volta finita questa tragedia tutti noi non dimentichiamo quanto il loro intervento sia stato importante ed essenziale: stanno mettendo a rischio la propria vita, per salvare quella di altri.

Spero con tutto il mio cuore che questa situazione si risolva il prima possibile ma per il momento

# IO RESTO A CASA.

E.D.

 

 

 

Sono rimasto impressionato quando mio papà è tornato dal lavoro con la mascherina, perché lui lavora all’ospedale.

Poi mi ha colpito il fatto che anche dei calciatori di serie A sono stati contagiati! Loro che sembrano al top, in un mondo perfetto…

Il bello di essere ragazzi è che siamo spensierati e ci basterebbe entrare ogni tanto nel mondo virtuale dei videogiochi per distrarci. E meno male che si può connettere con gli amici e i cugini, così anche se lontani, siamo vicini.

Comunque non avrei mai immaginato di dire che mi manca la scuola, ma è proprio la verità.

C.P.

 

 

 

 

Caro diario,

io non ho perso la fiducia e la speranza di tornare alla normalità, perché viviamo in un Paese all’avanguardia, con le istituzioni sanitarie tra le migliori d’Europa e non possiamo tralasciare il fatto che siamo nel 2020, era digitale. Non potremmo mai temere la morte come la temettero gli italiani ai tempi di Renzo e Lucia. Credo che la tecnologia, sempre più sofisticata, unita alle competenze dei nostri scienziati e dei nostri biologi siano la nostra salvezza. Non voglio mentire a nessuno, nemmeno a te, amico mio. Io ho molta paura del virus, tutta la mia famiglia ce l’ha. Io e i miei fratelli siamo a casa da scuola da due settimane e si resterà fuori dalle aule ancora per molto, mia mamma è a casa dal lavoro e mio papà va a lavorare tutti i giorni con una mascherina.

L.

 

 

 

 

Caro diario,

domenica 23 febbraio è stata diffusa dai giornalisti del telegiornale la notizia che in Veneto, Lombardia e Piemonte le scuole e gli atenei sarebbero rimasti chiusi anche dopo le vacanze di Carnevale, per evitare il contagio da Coronavirus.

Io mi sono subito reso conto che la questione era seria …

Da quel momento ho cominciato a preoccuparmi un po’, non per me stesso ma per le persone più anziane, come i miei nonni.

F.

 

 

 

 

Le scuole sono tutte chiuse, ma di compiti ne abbiamo a vagonate, infatti i nostri “affettuosissimi prof” che pensano sempre a noi hanno messo i compiti sul registro elettronico: quindi non possiamo sfuggire loro. Quando esco di casa non trovo quasi nessuno fuori e la scuola… deserta, neanche un’anima viva: fa veramente impressione! … durante questo periodo di isolamento forzato ho fatto una riflessione: ho scoperto che mi mancano le battute con i miei compagni, gli scherzi, il parlare tutti insieme, la ricreazione, cose che la classe virtuale non ci dà. …tutti i giorni spunta fuori una battuta, uno scherzo, una risata che rendono la lezione più movimentata, poi mi mancano le lezioni di C., quelle più originali, i “balletti” di P., i commenti della C.

 A.D.

 

 

 

Noi qui a Verona siamo preoccupati, siamo rimasti a casa da scuola per due settimane.

Ci sono le città, gli aeroporti e le stazioni vuote.

Neanche l’amuchina (disinfettante) si trova: è esaurita ovunque! Il governo sta provando a fermare gli sfruttatori, a denunciare queste persone che vendono queste mascherine e l’amuchina su Amazon a prezzi altissimi…!

S.G.

 

 

 

Ora come ora non sono molto preoccupato di questo di tipo di malattia, perché per noi giovani può essere soltanto una piccola influenza …

Una delle cose che mi stanno preoccupando sono i rinvii delle partite di calcio…

L.U.

 

 

 

Sono tutti molto agitati e in più, con tutti questi nuovi compiti, la situazione… degenera.

Durante queste giornate uggiose guardo sempre fuori dalla finestra e spero di uscire ma, purtroppo, mi ritrovo chiuso in casa a svolgere gli esercizi scolastici.

Mi sveglio ogni mattina prima del previsto e mi metto istantaneamente ad affrontare ciò che i professori ci hanno assegnato.

Ma niente! Ogni volta ho quella minima speranza che mi porta ad accelerare il mio ritmo e comunque non finisco mai gli esercizi, MAI!

Ultimamente, insomma, mi identifico molto in Leopardi, rinchiuso in casa a svolgere esercizi contro la mia volontà.

Un adolescente triste, che immagina mondi lontani e sconfinati, questo sono io in questi giorni. Diventeremo tutti gobbi insieme appassionatamente.

M.Z.

 

 

Certe volte penso che tutto questo sia solo un brutto incubo! La vita continua: bisogna solo essere più attenti. Penso anche che questa situazione mi abbia fatto capire che stare a casa da scuola non mi piace e ci voglio tornare il più presto possibile perché ni mancano i miei compagni, i miei professori, le lezioni e perfino i battibecchi e i litigi che non sopportavo.

Mi è piaciuto stare in questi giorni, come li chiamo io, in “quarantena” con la mia famiglia, passare intere giornate divertendoci. Penso che questo momento della mia vita lo ricorderò per sempre e anche se brutto so di averlo trascorso con la mia meravigliosa famiglia. Sto imparando che quando le cose vanno male bisogna essere uniti per affrontare le difficoltà insieme.

S.T.

 

 

Ora al posto di uscire con gli amici devo aiutare la mamma visto che lei è al lavoro, mi tocca stare con i miei fratelli, devo tenere d’occhio, cambiare, lavare il più piccolo, scaldargli il latte e a volte preparare anche il pranzo. La giornata non finisce mai!!!!!!!!

Mi annoio tantissimo perché ogni giorno devo fare sempre le stesse cose, ora capisco le mamme che ogni giorno, anche se lavorano, a casa hanno tante cose da fare, capisco anche quando la mamma si arrabbia perché saliamo e saltiamo sul letto appena sistemato.

C.D.

 

 

Mio nonno mi racconta di quando era bambino, ai tempi della seconda guerra mondiale. Diceva che era meglio uscire poco di casa e che le restrizioni erano molte. Per me, ragazza degli anni Duemila, sembravano parole di fantascienza. Purtroppo in questi giorni, anche se per fortuna non siamo in guerra, sto vivendo sulla mia pelle una situazione simile.

C.

 

 

Durante questi giorni mi sento un po’ pigro perché sto sempre a casa. Magari potessi andare a fare il mio sport! Io non so più cosa fare tutto il giorno, compiti…. compiti stufa dopo un po’. Da questa specie di vacanza ho imparato che anche se si dice “che bello stare a casa da scuola” in realtà non è vero, perché adesso è da un po’ che non vedo i miei di calcio e di classe, e MI MANCANO!!!

L.Z.

 

 

Essere costretti a rimanere chiusi in casa per un lungo periodo non è tanto bello perché non posso vedere i miei amici, per giocare a calcio, per trovarci in paese e quindi mi annoio molto.  Mi piace stare a casa da scuola, senza lezioni, senza orari, ma stranamente dopo un po’ mi manca, mi manca la vita di tutti i giorni.

Questa esperienza mi ha fatto capire che in momenti difficili riesco ad abituarmi alla situazione senza grandi problemi.

N.B.

 

 

È un periodo un po’ pesante perchè non c’è la solita routine: non si va a scuola, non si può uscire di casa, non si possono vedere amici e parenti.

L’umore va su e giù, ma so che questo periodo finirà e non vedo l’ora. TUTTO ANDRÀ BENE.

G.T.

.

 

 

Non posso dire di avere proprio paura, ma sono un po’ spaventato, vista la situazione in cui ci troviamo.

Mi sembra molto strano non andare più a scuola, di non poter più uscire con gli amici e di non poter più fare le cose che prima erano normalissime ed è strano non vedere il movimento che c’era prima; ma come ci ha consigliato il governo, dobbiamo fare tutti la nostra parte stando a casa per evitare l’aumento dei contagi.

C’è da apprezzare tutto il personale medico che rischia la salute propria e dei familiari, per l’impegno e la determinazione nella lotta contro il Coronavirus.

D.B.

 

 

Mi manca tanto poter uscire e vedere il sole, ma in questo momento mi basterebbe anche solo nuvoloso.

Un giorno mi stavo lamentando sul fatto di dover stare a casa e mia mamma mi ha detto: “Prova a pensare a Anna Frank che dalla soffitta di una casa non potè uscire per anni.”

Poi a me non pare giusto che certe persone non rispettino le regole, perchè dopo a risentirne sono gli altri, che pur annoiandosi stanno a casa.

Una delle cose che mi manca di più è l’equitazione, mi manca essere a contatto con i miei amatissimi cavalli.

E mi manca anche andare a mangiare la pizza con gli amici il sabato sera.

M.R.

 

 

 

Mi sembra di vivere la favola di Raperonzolo, ma con una differenza: lei abitava in una torre, io in una semplice casa, ma entrambe siamo rinchiuse in quattro mura lontano da tutti.

Non che la mia vita prima del virus fosse interessante e diversa, ma c’erano la scuola, le amiche, l’uscita domenicale con la famiglia.

La famosa quarantena è iniziata ancora prima che diventasse legge. Alle vacanze di Carnevale, quando al telegiornale hanno dato la notizia di una persona contagiata in Lombardia, a casa mia è scattato subito l’allarme”.

I giorni sono tutti uguali non so più se è domenica o mercoledì.

È tutto strano, anche avere il papà a casa che non lavora per emergenza “Corona”.

Non ho più i miei spazi, litigo con le mie sorelle, basta un niente e si bisticcia.

A volte non so cosa fare, il cellulare dopo un po’ mi annoia, i giochi in scatola non mi interessano, la televisione parla solo di emergenza virus e qui entra in gioco la noia.

Tutto sommato non mi pesa più di tanto sono abituata a passare molto tempo in casa, non ho dovuto cambiare così tanto le mie abitudini.

Intanto aspetto che passi questo brutto periodo per ritornare a una quasi normalità di prima.

M.M.

 

 

 

 

Tutto il mondo è prigioniero di sé stesso, ognuno è bloccato a casa sua.

É brutto vivere così! Voglio tornare a correre fuori, fare passeggiate, vedere le persone al di fuori di uno schermo! Vederle in faccia, abbracciarle, sentirle accanto.

Questa cosa mi fa impazzire!

Andare a buttare via l’immondizia non è mai stato così bello! È fantastico, l’aria esterna sembra così fresca, neanche fossi in Val di Fassa!

In questa brutta situazione ci sono anche dei lati positivi: anche le persone più insoddisfatte stanno iniziando ad apprezzare ciò che avevano: la libertà quasi totale, non voglio dire che ora siamo in prigione, ma quasi, inoltre si sta riducendo moltissimo l’inquinamento.

M.Q.

 

 

 

 

Sono preoccupato, soprattutto, per la mamma perché lavora all’ospedale e le raccomando sempre di stare attenta, di mettere due paia di guanti e due mascherine.

Quando è al lavoro le dico una preghierina e dico a Gesù che l’aiuti e vada tutto bene.  Lei mi dice sempre che tutto si risolverà, bisogna però avere un po’ di pazienza.

M.D.P.

 

 

 

 

Caro diario,

ti confido che mi manca la vecchia routine di sempre (cioè scuola, casa, synchro, ripasso delle materie per il giorno dopo, cena e poi nanna). Mi stanco, perché non ho molte cose da fare durante la giornata.

Devi sapere che mia mamma ha paura di questo virus e mette ansia a tutti, anche a me. Certe volte, mi sforzo di rimanere tranquilla, altrimenti vado seriamente nel panico.

Non vorrei ammetterlo, ma non vedo l’ora di andare a scuola e di tornare alla normalità.

B.

 

 

 

Qui la gente sta svuotando i supermercati e una semplice bottiglia di Amuchina può arrivare a costare anche 9 euro, la situazione sta degenerando.

… sono alquanto infastidita, visto che sembrerebbe che le gite verranno annullate

V.C.

 

 

 

…e’ arrivato (il coronavirus)  anche qui, a Verona… ci sono stati alcuni morti; ad atletica ne parliamo anche tra noi ragazzi, anzi, sinceramente ne parliamo poco, ci ridiamo un po’ sopra ma poi facciamo anche delle riflessioni serie , ma per poco, poi iniziamo a parlare di altro, non ci interessa piu’ di tanto in realta’; tra compagni di classe ne parliamo pochissimo, anzi forse ne abbiamo parlato solo una volta.

M.R.

 

 

 

Devo dire che, dopo i primi giorni, ho iniziato ad annoiarmi, perché, oltre alle scuole, … erano chiuse anche le palestre, i cinema, e perfino le chiese, quindi non c’era molto da fare.

Mia mamma ha approfittato di questi giorni “liberi” per portarci su in campagna: abbiamo arato il campo con le vanghe del nonno e abbiamo tagliato la legna.

Tornate a casa, io e mia sorella avevamo un mal di schiena pazzesco…

L’unica cosa bella che mi è capitata in questi giorni monotoni è stata quando ho passato una serata con le mie amiche.

Ci siamo fatte da mangiare un riso alla greca, abbiamo guardato un film e abbiamo chiacchierato un po’.

A.Q.

 

 

 

È molto rilassante stare a casa ma anche molto stressante, perché non sono abituata. Questa triste esperienza mi ha insegnato che è arrivato il momento di fermarci a riflettere e riposare, di avere dei momenti in cui non sappiamo cosa fare, cosa che noi tutti abbaiamo dimenticato.

E.M.

 

 

Da questa situazione ho imparato che è orribile stare chiusi in casa per tanti giorni di fila e che ci si annoia tanto. Di conseguenza si finisce davanti al telefono e non si ha più una vita sociale. Da quando sto in quarantena mi manca tanto rivedere le mie amiche di persona e uscire con loro a prendere un gelato oppure a fare passeggiate o semplicemente divertirci al parco.

C.V.

 

 

Per questo fatto strano, non mi sento tanto preoccupato ma mi sento sereno perché si sa che successivamente non si parlerà più di questo maledetto virus e dopo una volta che gli scienziati avranno trovato la soluzione nessuno lo avrà più. Ma comunque è molto importante mantenere le precauzioni dette dal Ministero della salute e non creare allarmismi.

A.S.

 

 

Mi ricorderò di questo brutto momento per tutta la vita. Spero che tutto si risolva, che i contagiati guariscano presto. Ho molta paura perché il virus è arrivato persino qui a Verona. Vorrei che questo virus la smettesse di espandersi per essere liberi di abbracciarsi.

D.M.

 

 

In questi giorni, anche se c’è il sole e ho tanto tempo per dormire e giocare, non riesco ad essere proprio tanto felice.

La mia sensazione è un po’di gioia perché non si va a scuola, ma un po’ di tristezza perché non riesco ad andare agli allenamenti di calcio, correre con i miei amici o magari andare anche solo ad una festa di compleanno.

Per fortuna che esiste la tecnologia, perché così i miei amici li posso sentire al telefono, scambiarci messaggi, ma non è la stessa cosa: non possiamo trovarci tutti insieme, fare le nostre facce e gesti buffi che di solito ci scambiamo per salutarci o farci selfie insieme per ridere, perché non si può stare troppo vicini!

M.C.

 

 

 

Io di paura non ne ho molta, ma mi preoccupo un po’ per mio papà che lavora in ospedale, in rianimazione.

Del resto non sono molto preoccupato, io più che altro mi annoio e vorrei ritornare a scuola (strano ma vero!).

Mi mancano i miei amici, le professoresse e i professori.

Riesco a far passare il tempo divertendomi, facendo i compiti, leggendo, dormendo e mangiando.

N.D.

 

 

 

Poi le giornate sono tutte ripetitive: dormi, studia, lava, lavati, mangia, dormi…

Le facce sempre uguali…

Quindi più che altro questa quarantena è fastidiosa.

M.C.

 

 

All’inizio di questa epidemia ero contento; pensavo di stare in vacanza un’altra settimana e riposarmi. Ma dopo due settimane passate in casa ho cominciato a preoccuparmi, ho cominciato ad avere il timore di non tornare a scuola in tempi brevi.

Subito dopo la chiusura delle scuole era ancora possibile uscire, il che mi dava una sensazione di sollievo e benessere.

Più il tempo passava più la mia ansia cresceva con esso.

Adesso i miei pensieri si sono affievoliti e l’unica cosa che vorrei è uscire e andare da qualche parte, non mi importa dove, ma uscire.

M.M.

 

 

 

Questo è per tutti un momento veramente difficile.

In questi giorni, in cui sono rimasto in casa e ho dovuto cambiare le mie abitudini, ho avuto modo di riflettere su moltissime cose, come il lavoro che vorrò fare da grande.

É da un po’ che penso di volermi cimentare nel salvare vite nella chirurgia.

Anche se in questo giorni mi è sorta una preoccupazione, ovvero che quando finirò la specializzazione le operazioni chirurgiche possano essere fatte da robot e quindi quello che avrei studiato sarebbe stato inutile.

Allora ho una piena indecisione di quello che vorrò fare da grande: chirurgo, attore, astronauta, professore…

É una cosa snervante.

Poi ultimamente prima di addormentarmi ci sono pensieri che mi tormentano e che mi fanno dormire male.

Uno di questi è il non sapere come andrà la situazione per il fatto scolastico e quindi continuo a farmi domande come: quando torniamo? Ma le prove invalsi, le facciamo? E gli esami? Cosa devo fare per prepararmi agli esami? Porto lo scautismo? E tante altre.

Poi continuo a vivere in costante tensione e credo che sia per la tensione che mi sento costantemente, come dire, sotto tiro.

Ho riflettuto anche che per la prima volta in vita mia voglio tornare a scuola.

Ho notato che in questi giorni però sono molto più pigro e svogliato del solito.

Ho persino perso la cognizione del tempo, non so che giorno è, e francamente neanche mi interessa.

E mentre scrivo questo tema mi accorgo che la tensione si allevia, le preoccupazioni si affievoliscono, e finalmente riesco a tornare me stesso.

L.C.

 

 

 

 

Stiamo vivendo un momento veramente strano: è arrivato anche nel nostro paese il

Corona virus, che impone l’isolamento delle persone infette e la quarantena, ma non solo. Preventivamente era stato deciso di chiudere le scuole di ogni ordine e grado, così come le istituzione pubbliche, i luoghi di aggregazione, i centri sportivi, le chiese, ma visto il propagarsi del virus in modo così veloce è stato deciso la chiusura di tutte le attività: dai negozi ai bar, alle pizzerie. Sono rimaste aperte solo le farmacie e i negozi di generi alimentari. E tutto questo spaventa. È veramente terrificante quando si vedono piazze e vie vuote, le serrande dei negozi chiuse, nessuno girare per strada.

Le mie emozioni davanti a tutto ciò sono: paura dell’ignoto, poiché questa è una malattia nuova; panico nei supermercati dove la gente fa gli assalti per riempirsi i carrelli; tristezza infinita quando si sente a tutti i tg, il numero dei contagiati e dei decessi.

Mi manca la mia carissima nonna, poterla abbracciare, farle compagnie perché è sola, perché io la amo.

Mi mancano i miei cugini, le mie zie, gli amici, giocare con loro, ridere, scherzare e anche arrabbiarmi, e anche se pensavo di non dirlo mai, mi manca anche la scuola, i miei compagni e i professori, le chiacchere di tutti i giorni.

Ho però fiducia e speranza perché siamo in un paese all’avanguardia, con la sanità tra le migliori e siamo nel 2020, nell’era digitale, quindi ho fiducia nella tecnologia, negli scienziati e biologi e supereremo anche questo, tutti uniti e con l’aiuto della fede e della preghiera.

M.F.

 

 

 

Caro diario,

in questi giorni ho sospeso le mie attività sportive per un tempo indeterminato e devo stare in casa per evitare il contagio.

Le sensazioni che sto provando sono diverse, avverto soprattutto un po’ d’ ansia, perché anche a Negrar è arrivato il Coronavirus e sono spaventato per il futuro.

Prevedo che la fase di emergenza sanitaria sarà molto lunga e si vivrà un po’ alla giornata. In questo periodo io cerco di rimanere dentro e di non andare in giro, faccio i compiti, leggo e gioco con i videogiochi.

Ma sono preoccupato per la mia mamma perché lavora in ospedale, speriamo che i ricercatori trovino una soluzione al più presto.

M.

 

 

 

 

Ovviamente ci sentiamo spesso su Instagram o WhatsApp, ma non è la stessa cosa ora che c’è questo problema del Corona Virus…Sono felice di non andare a scuola ma allo stesso tempo dispiaciuta; sai, questa notte ti ( è la cara amica e compagna Sophie) ho sognato: eravamo insieme dentro un supermercato e stavamo comprando un sacco di cibo fra cui caramelle, cioccolato, patatine, biscotti, panini, ecc… Direi un sogno meraviglioso dove vivevamo insieme e potevamo fare tutto ciò che volevamo, poi mi sono svegliata e mi è venuta fame.

A.F.

 

 

 

Riguardo a questo virus, penso che si stia un po’ esagerando, ma sono comunque spaventato e quindi, secondo me, bisogna in ogni caso prestare attenzione.

 C.M.

 

 

 

Da questa situazione ho imparato che la libertà di andare a giocare con i miei amici non è scontata e giocare sempre con il PC dopo un po’ diventa noioso e bisogna staccare leggendo un po’ “Le cronache di Narnia”.

R.B.

 

 

Sinceramente sono sia felice di avere del tempo libero in più, ma anche triste perché non ho qualcosa da fare oltre ai compiti, mi mancano le attività che svolgevo regolarmente e le persone che mi circondavano.

I.C.

 

 

Per quanto riguarda il mio stato d’animo è un po’ strano: a volte quando mi alzo la mattina mi sembra di essere in vacanza come in estate, poi qualche ora dopo mi sento un po’ più triste perché non posso uscire. Comunque in generale non ho paura e sono sereno.

A.A.

 

 

Purtroppo, è arrivato un virus in Italia proveniente dalla Cina. Il Presidente Del Consiglio Dei Ministri ha vietato la ripresa delle attività didattiche per evitare il contagio. Un ragazzo della mia età direbbe: “Evviva niente scuola, niente più sveglia presto, posso giocare ai videogiochi e uscire con amici!”. Purtroppo, chiunque sia questa persona si sbaglia di grosso, poiché la situazione che stiamo vivendo è una situazione seria.

T.M.

 

 

In questi giorni io non dovrei essere così felice, il problema è molto grave. Sono anche molto preoccupata e impaurita della situazione, non mi è mai capitato! E poi i contagiati sono anche a Negrar!  Ho imparato che non bisogna mai sottovalutare le cose, anche se fin da subito ho avuto una grande paura, cioè che il Corona virus arrivasse anche da noi!

L.A.

 

 

 

È un periodo un po’ pesante perchè non c’è la solita routine: non si va a scuola, non si può uscire di casa, non si possono vedere amici e parenti.

L’umore va su e giù, ma so che questo periodo finirà e non vedo l’ora. TUTTO ANDRÀ BENE.

G.T.

 

 

Iniziata la quarantena la mia routine è stata sconvolta, come il sistema scolastico. Infatti ora mi sveglio alle 8.30, ho video-lezione fino alle 12.00, poi faccio i compiti e infine verso le 23.00 vado a dormire. Oltre a ciò elencato, mi dedico alla lettura e a cucinare dolci, dato che sono molto golosa. Forse alla fine della quarantena sarò un po’ ingrassata, ma almeno ho investito il tempo libero a mia disposizione.

Riguardo questa situazione sono tranquilla, tutta la mia famiglia è in salute e anche i miei amici e so che se rispettiamo le regole, andrà tutto bene.

Le mia giornata tipo era molto più ordinaria ed era scandita da ritmi frenetici e stressanti. Ora mi sento più riposata e ho tanta grinta per affrontare l’esame di terza media.

Ho la possibilità di passare più tempo con la mia famiglia e di apprezzare le piccole cose,

come ad esempio i primi raggi di sole primaverili.

Fortunatamente ho un giardino e un grande terrazzo su cui posso prendere il sole e fare esercizio fisico.

Mi sento abbastanza positiva, anche se so che ogni giorno ci sono tanti contagi. Mi informo

giornalmente sulla situazione sanitaria in Italia e all’estero e ne parlo con i miei genitori.

Fortunatamente i casi stanno diminuendo e non vedo l’ora di ritornare alla mia vecchia vita e spero di passare un’estate serena.

S.G.

 

 

 

In questi momenti in cui purtroppo non si può uscire di casa, non si può giocare all’aperto a calcio e si possono vedere gli amici soltanto al telefono, ho riflettuto molto sul destino degli uomini e sull’espandersi del virus che si diffonde catastroficamente.

Mio papà recentemente ha comprato un e-book dal titolo “Spillover” scritto da David Quammen, che otto anni fa insieme a virologi di fama mondiale studiò l’evolversi del virus Ebola e la sua capacità di trasmissione dall’animale all’uomo e arrivarono alla conclusione che molti virus che potranno causare in futuro pandemie sono principalmente trasmessi da animali. Lui scrisse che il prossimo virus “killer” sarebbe stato trasmesso da un pipistrello e sarebbe uscito da un mercato cittadino della Cina meridionale.

Questo virus sta sconvolgendo noi ragazzi che non abituati all’isolamento ci annoiamo ogni giorno di più.

La scuola sinceramente mi manca: parlare alla ricreazione con i miei amici, chiedere chi viene al campetto al pomeriggio a giocare a calcio, ma mi mancano anche i professori che sono sempre disponibili quando chiedo qualcosa.

Penso che queste misure prese dal governo sono ottime infatti veniamo presi come esempio da altri paesi europei e questo mi fa rendere orgoglioso del mio paese.

Ovviamente le solite preoccupazioni familiari sorgono per esempio il mio nonno a Santo Domingo come sta?

Là purtroppo la sanità non è come quella in Italia però al contrario del nostro paese là si sono manifestati pochi casi.

Mio papà che lavora nel settore dei trasporti che attualmente è aperto, ogni giorno rischia di infettarsi.

M.N.

 

 

 

Sto leggendo vari

libri tra cui il diario di Anna Frank, mi sembra di essere come lei, solo che il suo nemico si vedeva mentre il nostro è microscopico.

Stando sempre al chiuso si diventa molto più irascibili e i litigi vengono spontanei: Stai fermo! Non toccare la mia roba! Lasciami stare! Non guardarmi! Fatti gli affari tuoi!

In questo momento di quarantena però mi sento fortunata ad avere dei fratelli con cui giocare o battibeccare.

Prima del Decreto non uscivo mai, se non per andare a scuola o a karate. Ora darei qualsiasi cosa anche solo per mettere il naso fuori.

Capisco meglio il detto: “Comprendi quanto è importante una cosa quando non ce l’hai più”.

Ieri pioveva quando sono uscita a portare la pattumiera, ma comunque sono rimasta fuori un po’. Anche se ero tutta  bagnata, ero felice perché per la prima volta dopo tanti giorni ero fuori di casa.

E.D.

 

 

 

 

Siamo in una situazione particolare. Dobbiamo restare a casa per non essere contagiati dal coronavirus.

Secondo la mia opinione è una cosa giusta, anche se alcune persone un po’ ingenue escono lo stesso e rischiano la vita.

Il fatto di stare in casa mi piace e non mi piace: mi piace perché la giornata è più leggera, si può dormire di più, ma non mi piace perché vedo molto meno i miei amici e un po’ mi annoio.

Una cosa che proprio non mi piace è che il mio papà lavora in ospedale, quindi ogni giorno va a contatto con molte persone che essendo venute all’ospedale potrebbe essere malate.

A.L.

 

 

 

 

Caro diario,

ho sentito che il Covid – 19 è arrivato anche in Africa. Nel mio Paese d’origine, in Ghana, ci sono sei casi di Coronavirus. Io prego che affinché non peggiori la situazione come in Italia, perché gli africani non hanno molti farmaci e strutture sanitarie nei loro Stati, come ci sono in Italia o in altri Paesi, per proteggersi dal virus.

G.

 

 

 

Subito non ero preoccupata per questa situazione perché l’avevano fatta sembrare una cosa semplice, sembrava che non fosse così grave.

Ora “il clima” è peggiorato e sono molto in ansia!

A.F.

 

 

 

Le persone hanno fatto una grande scorta di alimentari, mascherine e amuchina per paura del nuovo Coronavirus: c’è stato un vero e proprio assalto a questi presidi di igiene.

Ho sentito di gente che si picchiava nei supermercati, di altra che rubava l’amuchina e mascherine negli ospedali.

Non sono contraria a fare un po’ di spesa in più, procurarsi delle “protezioni” si deve, però così mi sembra un po’ esagerato.

Secondo me c’è troppo allarmismo, che porta così le persone ad avere una sorta di psicosi.

Si sono verificati anche atti di razzismo contro i cinesi sia residenti in Italia dalla nascita che no, non facendoli entrare in bar, negozi e altro…

M.T.