I commenti e le riflessioni della 3^B e 3^ D

I commenti e le riflessioni della 3^ D

 

I ragazzi di 3D hanno scritto le loro riflessioni sul libro in più riprese, man mano che veniva letto. 

Sono state raccolte mettendole tutte insieme, una dopo l’altra, per ogni alunno.

A me il libro sta piacendo moltissimo, credo che uno dei motivi sia che è una realtà che ci riguarda pienamente.

Inoltre il modo di scrivere, lo trovo molto appropriato alla nostra età e veramente scorrevole e pieno di dettagli.

L’idea di questo esperimento mi incuriosisce e la vedo anche come un’avventura verso l’ignoto,  un’avventura che vorrei intraprendere.

Mi sento fortunato a poter leggere questo libro perché mi fa scoprire cose che ignoravo e che adesso a pensarci sono molto importanti.

Non vedo l’ora di ritrovarci tutti per sentire cosa ne pensa lei, professoressa e cosa ne pensano gli altri.

-qualche giorno dopo-

Buongiorno professoressa!

Le volevo annunciare che purtroppo non ho resistito alla tentazione e ho finito il libro.

La voglio ringraziare per avermelo fatto conoscere!

Mi ha segnato profondamente e mi ha fatto riflettere.

Io però sono sollevato di non potermi riconoscere neanche lontanamente a una persona che ha dipendenza da social visto che l’unico social che ho è WHATSAPP e non lo uso più di venti minuti al giorno.

Quindi per me, vedere la forte dipendenza che causano i social e la difficoltà nel distanziarsene, è stata una cosa che mi fa sentire sollevato di non avere Instagram o altro (anche se prima di leggere questo libro avevo il forte desiderio di avere il permesso di scaricarli).

Più che i social ho la dipendenza da serie tv e film, tanto che a volte riesco a coinvolgere i miei genitore e mio fratello. A volte mi dispiace di averli coinvolti nella sia stessa passione, non tanto perché anche loro hanno la dipendenza, ma perché non vogliono che io vada avanti senza di loro e questa è una cosa orribile perché loro non hanno il mio ritmo.

Comunque, ho l’intenzione di scrivere una mail all’autore del libro ma non l’ho ancora ultimata.

La cosa che mi ha sorpreso di più è stato scoprire alla fine, che il diario di bordo non era stato scritto da una ragazzina (Veronica), ma da lui.

Durante la lettura ho provato molte emozioni ed è stato come un viaggio che però, purtroppo ho dovuto fare da solo e senza confrontarmi faccia a faccia con lei e i miei compagni.

Penso che però un lato positivo nel leggerlo senza confrontarmi è che il mio pensiero è stato invariato, senza essere condizionato anche solo minimamente dagli altri.

Comunque, tornando al libro, ho notato che ogni giorno c’era un cambiamento e/o una lezione di  vita.

Sembra proprio che i social ci stiano prosciugando tutto: il modo di pensare, il modo di vivere le emozioni, il faccia a faccia, le amicizie vere…

Ecco, se dovessi scegliere una delle mie parti preferite è quella in cui Veronica parla della differenza tra amicizia vera e amicizia sui social.

Finita quella parte mi sono fermato a pensare mettendo a confronto i miei rapporti con le persone sui social e non.

Allora ho potuto notare le pesantissime differenze.

Non vedo l’ora di rivederla e di rivedere anche gli altri!

L.C.

Cara professoressa,

ho deciso di assecondare la sua proposta, quella di fare come Veronica e stare 30 giorni senza usare i social.

Sto facendo una prova: ogni sera leggo un capitolo e, alla fine di ogni giornata senza social, confronto le mie sensazioni con quelle di Veronica.

Penso che la scelta di leggere questo libro sia molto istruttiva e ci farà imparare a moderare l’uso del telefonino.

Anche io come Veronica sono stata molto colpita quando a pag.18/19 la “Balena Bianca” ha parlato di Zuckenberg e dei soldi impiegati per comprare ogni applicazione.

L’inizio del libro mi incita a leggerlo e, durante la giornata, mi devo trattenere di più per non leggere  Liberamente Veronica”, che per non guardare i social.

Oggi non sapevo cosa fare dopo aver finito tutti i compiti della settimana, allora mi sono messa a pulire da cima a fondo la casa. Questa cosa non sarebbe mai successa se avessi avuto i social.

La ringrazio di avermi dato la meravigliosa idea di fare come Veronica.

Aspetto con ansia il ritorno a scuola, per rivedere professori e amici.

E.D.

Questo libro mi è piaciuto molto per un semplice motivo: parla della nostra adolescenza, e di noi ragazzi che usiamo sempre il telefono: quando camminiamo per strada, quando siamo a tavola, quando siamo in compagnia, ecc…

Vorrei provare anch’io a rimanere senza social, ma so già che non ce la faccio. Quando non sai cosa fare, guardi il cellulare; quando al pomeriggio fai i compiti, sbirci il cellulare; quando vai a dormire lasci il telefonino lì attaccato, sempre a portata.

Questa ragazza devo dire che è stata molto brava a stare trenta giorni senza social.

Il capitolo che mi ha ispirato di più è “STRANO E DIFFICILE” quando lei cerca istintivamente il telefono per andare sui social, quando non sa cosa fare.

Durante l’esperimento le sembra che il tempo non passi mai; le sembra che vada lento.

A.A.

Finalmente sono arrivato alla pagina che mi sono prefissato del libro Liberamente Veronica.

A me ha incuriosito il fatto che lei scrive ogni singolo pensiero che le passa per la testa, per esempio il nomignolo dato ad ogni suo compagno di classe, oppure cosa pensava del proprio fratello o dei genitori.

Sinceramente nella parte dove parlava di se stessa adolescente in molti casi mi ci sono ritrovato, per esempio quando litigo con i miei genitori e alla fine capisco che forse avevano ragione loro.

Oppure quando un giorno decido di lasciare da parte il telefono per tutte le 24 ore, (o almeno ci provo) anch’io ho l’abitudine di cercare il telefono e quando non lo trovo mi viene l’ansia, e lo considero uno dei tre oggetti che NON devo dimenticare mai.

Gli altri due sono: chiavi e portafoglio!

Questo libro mi fa occupare un po’ di tempo della mia giornata dell’ultimo mese di quarantena facendomi divertire e soprattutto riflettere.

M.C.

Devo dire che questa idea espressa nel libro mi è piaciuta molto e man mano che vado avanti a leggerlo mi interessa sempre di più la scelta di Veronica: provare a stare per 30 giorni senza social.

Penso che al giorno d’oggi pochi adolescenti riuscirebbero a fare una cosa del genere perché considerano il loro telefono come l’oggetto più prezioso del mondo e devo dire che fino a qualche tempo fa era così anche per me.

Però nell’ultimo periodo da quando la nostra professoressa ci ha parlato di questo esperimento, ho iniziato a ridurre le ore in cui utilizzo il telefono per dimostrare a me stessa che posso resistere senza cellulare.

Una cosa che mi piace di questo libro è che ciò che Veronica esprime, concorda in parte con quello che penso io e soprattutto il suo linguaggio, il modo di pensare è molto simile ed è una cosa che apprezzo ancora di più.

Mi fa capire che ci sono altri adolescenti che la pensano come me. Non vedo l’ora di andare avanti con la lettura per vedere quali altre emozioni e sensazioni sentirà ed  esprimerà e per vedere se è riuscita in questa sfida.

E.D.

Questo libro è uno dei libri più moderni, interessanti e piacevolissimi che abbia mai letto.

Infatti lo leggo con grande interesse e con molto piacere e voglia di scoprire cosa accadrà nelle pagine seguenti.

Non sono uno particolarmente amante della lettura, ma questo libro mi ha colpito profondamente.

A me piace moltissimo come libro soprattutto per come è scritto e per com’è strutturato, in modo moderno.

La parte che mi piace di più di tutte quelle finora lette è proprio l’inizio dove descrive un po’ chi è Veronica, dove parla della sua classe e una cosa che mi ha fatto moltissimo ridere sono i soprannomi che Veronica assegna ai compagni e ai suoi professori e come li descrive.

Parla anche della sua famiglia e dei gruppi che ha sul cellulare.

Inoltre mi hanno incuriosito parecchio le sensazioni che provava i primi giorni dell’esperimento e la certezza che nel bisogno poteva chiedere aiuto ad un adulto.

Se devo essere sincero non me ne sono pentito affatto di averlo letto e mai me ne pentirò.

Sono curiosissimo di sapere come andrà a finire e come affronterà giorno per giorno fino all’ultimo.

Prime sensazioni.

Con entusiasmo e curiosità sto proseguendo la lettura del libro ‘Liberamente Veronica’.

Sono arrivato al suo quinto giorno senza social e vivo con lei la sensazione di mancanza dei social che ora prevale in lei in queste pagine.

Mi sono rattristato un po’ quando lei nel terzo giorno, parla di un ragazzo che le piace, ma purtroppo non riesce a comunicare con lui.

Ho letto che era già tentata di interrompere l’esperimento e questo mi ha agitato un po’.

Ma la chiamata della sua amica Erika l’ha incoraggiata a tenere duro e a proseguire.

Il quarto giorno di Veronica si intitola: “Frustrazione” per Veronica il momento più triste è la sera perché si sente sola.

Le sue parole hanno trasmesso un pizzico di tristezza anche a me.

Una nota positiva che ho notato è il fatto che, non avendo la mente occupata sul telefono, Veronica rivalutata tutte le persone che la circondano perfino la sua professoressa.

Seconde sensazioni.

Eccomi, con il mio carico d’emozioni.

Ogni pagina letta m’invoglia a proseguire la lettura e non solo, perché mi è stato consigliato dalla mia insegnante d’italiano.

Veronica mi fa vivere questa sua esperienza come la stessi vivendo io.

A questo punto della lettura, la sua professoressa si lascia coinvolgere e le promette di starle accanto. Veronica è entusiasta e mi ha trasmesso questo suo entusiasmo.

Una frase che mi ha fatto riflettere è stata questa: “Perché scoprirebbe tutto il marcio che c’è dietro ai social come Instagram” a pag. 81.

È vero, con questi social pure io a volte, creo delle bugie.

Lo scopo è sempre quello di sembrare “meglio” anche se “non si è se stessi”.

A volte poi a mio avviso, ciò che si scrive nei messaggi sono frasi ambigue che si possono interpretare diversamente da ciò che si vuol dire.

Quante riflessioni mi portano queste pagine!

Le leggo con calma, per assorbire tutto ciò che mi si vuole far capire!

S.D.P.

Devo dire che questa idea espressa nel libro mi è piaciuta molto e man mano che vado avanti a leggerlo mi interessa sempre di più la scelta di Veronica: provare a stare per 30 giorni senza social.

Penso che al giorno d’oggi pochi adolescenti riuscirebbero a fare una cosa del genere perché considerano il loro telefono come l’oggetto più prezioso del mondo e devo dire che fino a qualche tempo fa era così anche per me.

Però nell’ultimo periodo da quando la nostra professoressa ci ha parlato di questo esperimento, ho iniziato a ridurre le ore in cui utilizzo il telefono per dimostrare a me stessa che posso resistere senza cellulare.

Una cosa che mi piace di questo libro è che ciò che Veronica esprime, concorda in parte con quello che penso io e soprattutto il suo linguaggio, il modo di pensare è molto simile ed è una cosa che apprezzo ancora di più.

Mi fa capire che ci sono altri adolescenti che la pensano come me. Non vedo l’ora di andare avanti con la lettura per vedere quali altre emozioni e sensazioni sentirà ed  esprimerà e per vedere se è riuscita in questa sfida.

E.D.

Cosa penso del libro…

Questo libro che stiamo leggendo a casa mi ha incuriosito fin dall’inizio, quando nella prefazione viene usata la metafora per spiegare il mondo dei social: un aquario con dentro i pesci, che siamo noi giovani.

La protagonista è una ragazza della mia età, mi piace come scrive, in molti dei suoi pensieri la penso come lei.

È divertente il fatto che ai suoi compagni ha dato dei buffi soprannomi.

Oggi per molti giovani la vita è tutta sul cellulare, si inizia dalla mattia in cui si controlla se ci sono nuovi messaggi per poi giungere alla sera a rimanere ore a guardare applicazioni, chattare, o guardare persone che non conosci.

Mentre leggo mi viene da sorridere perché Veronica si infastidisce con i genitori, i quali per farle capire alcune cose dicono: ”Ai miei tempi…”, anche i miei lo dicono e io rispondo: ”Non è colpa mia se sono nata nel tempo dei cellulari!”.

Anch’io uso il telefonino, ma a differenza di Veronica, raramente per i social.

In questo periodo che sono a casa da scuola lo uso di più per passare il tempo.

M.M.

Il libro Liberamente Veronica mi sta appassionando ogni volta che lo leggo sempre di più.

L’esperimento di restare 30 giorni senza social, chiesto dalla Balena Bianca l’insegnante di lettere, non ebbe molto successo, anzi non fu proprio accettato dalla classe, ma la Balena Bianca ammette che anche nelle altre classi non fu da meno.

Veronica però dopo giorni chiese alla professoressa di fare l’esperimento scrivendo un diario ogni giorno che passava.

Veronica ogni giorno spediva alla professoressa il diario da lei scritto e la Balena vedendo il coraggio di Veronica disse che a fine anno, completato l’esperimento, le avrebbe alzato la media di un voto.

I primi giorni per Veronica furono difficili, ma col passare delle ore diventava sempre più facile scoprendo cose che con in mano il cellulare non si vedono.

Mi sta appassionando il coraggio di Veronica e le insidie di ogni giorno che lei deve superare.

Mi colpisce anche di lei che incita la sua amica Anna a fare l’esperimento e pensa che anche gli adulti dovrebbero farlo perché anche loro come noi appartengono a questo mondo globalizzato.

L’inizio del libro mi è piaciuto per la descrizione dei suoi compagni e i soprannomi dati come per esempio Totti e la principessa sul pisello.

All’inizio Veronica aveva un brutto rapporto con la professoressa, ma dopo comincia a piacerle e addirittura non si sente più di chiamarla Balena Bianca, ma solo Bianca, per la sua ricrescita.

Penso che se io fossi come Veronica farei l’esperimento, ma io non avendo i social a parte Whatsapp, non sono il tipo giusto per questo esperimento.

Forse un esperimento fatto per me sarebbe quello di 30 giorni senza videogiochi! Per quello sarei perfetto!

M.N.

A me è piaciuta molto la similitudine che ha fatto all’inizio l’autore, dicendo che i ragazzi di oggi sono come pesci in una bolla.

Stanno online con il telefono, su internet come se fossero esclusi dal mondo che li circonda.

Questo libro è molto bello perché parla della vita che facciamo tutti noi ragazzi e di come probabilmente ci sentiremmo se ci togliessero i social.

A me piacerebbe provare però penso che non durerei neanche due giorni.

Se Veronica esistesse e la incontrassi per strada, le direi che è stata veramente coraggiosa a fare questo esperimento.

Forse potrei provare l’esperimento per due settimane, ma un mese intero non credo che sarei in grado di portarlo a termine.

M.R.

Il libro che ci ha consigliato mi sta piacendo molto. Ammetto di avere delle difficoltà nel capire alcuni argomenti, come la dipendenza nel postare quello che faccio ogni giorno perché mia madre non ci permette di usare social, e il modo acido con cui Veronica pensa degli altri.

Comunque ammiro la dedizione che ha avuto nel continuare nell’ esperimento quando i suoi stessi genitori le chiedevano di smettere.

M.M.

L’inizio di questo libro mi piace molto perché parla di una ragazza che prova a fare l’esperimento di stare 30 giorni senza social.

Mi incuriosisce anche perché parla della sua classe dando soprannomi buffi ai suoi compagni e ai professori, ma soprattutto perché parla di alcune vicende scolastiche e non, che sono molto realistiche, infatti in alcuni dialoghi con i suoi genitori mi rispecchio.

Mi piace anche perché nella classe identifica tutti i ragazzi con soprannomi che pensa che gli si addicano, ma poi scopre quali sono le vere amicizie e capisce che alcuni soprannomi erano solo dei pregiudizi.

R.S.

I commenti e le riflessioni della 3^ B

 

C’è vita anche senza i social: queste le riflessioni che il libro ha suscitato in noi, un insegnamento per diventare consapevoli della vita vera.

“Ho l’impressione che le nostre relazioni siano fortemente influenzate dai social”.

Questo passo, secondo me, è molto importante, poiché i social hanno cambiato molto i nostri rapporti.

Prima non si prendeva il telefono dalle tasche, perché abbiamo sentito un avviso di notifica.

Prima non si stava a testa bassa sul telefono anziché discutere con la testa “alta”.

 

“Pensavo che gli altri avessero una vita migliore della mia, che io sono una sfigata”.

Anche questo passo è molto significativo, perché dietro allo schermo di un telefonino si può sembrare migliori, ci si dimostra i migliori.

M.Z

“Io non voglio essere un criceto dentro una ruota che gira e gira e non si ferma mai.”

Secondo me Veronica non vuole essere come tutti gli altri sempre a passo, sempre dietro alla moda… Vuole essere serena e tranquilla senza obblighi, vuole vivere una vita in libertà.

“Il primo giorno si sente invisibile”: ora nessuno più la guarda, si sente ignorata, senza più nessuna attenzione, si sente anche un po’ sola. Se potesse, tornerebbe indietro, alla sua vita, ma lei è più forte di molti altri.

“Tutti dovrebbero sapere il marcio che c’è sotto i social”.

I social rappresentano “La morte del nostro tempo di ragazzi che poi non tornerà mai più”, bisogna godersela la vita, perché se si perde il tempo dell’adolescenza che è quello più bello, non lo si potrà riavere mai più, la vita è fatta per viverla.

Il mondo non è dietro a quel vetro, la felicità è in ogni cosa, bisogna solo cercare a fondo, bisogna sognare, bisogna amare quello che ci circonda: perché che cos’è un mondo senza amore e onestà, non esiste il mondo ideale, perché ognuno vive in modo diverso, noi dobbiamo scoprire le bellezze del diverso.

R.P.

.

“E’ dura all’inizio. Anzi no, durissima. Manca l’aria perché il mondo fuori fa più rumore, è più forte: gli sguardi sono così fisici e anche gli abbracci, i sentimenti, le arrabbiature, l’amore, gli appuntamenti.

Non puoi cancellare quello che stai vivendo mentre lo stai vivendo.

Non puoi aspettare che chi ti parla scrive e riscrive, non puoi modificare la tua immagine e offrirti con il profilo migliore.

Chi ti è di fronte ti parla, ti abbraccia, si arrabbia, ti ama ed è tutto reale, diretto.

E’ DURA SI’, ANZI NO, DURISSIMA. MA TUTTO COSI’ PIENO DI VITA.

Questo passaggio mi fa capire che siamo schiavi del nostro cellulare e che questo è solo un oggetto che ci fa dimenticare la realtà e che non dovrebbe sostituire le nostre relazioni con le persone e la natura.

S.G.

“Zuckemberg, padrone di Instagram, Whattsapp, Facebook, ha ottenuto in 5 anni quello che la Fiat ha ottenuto in 120 anni. Attraverso questi social, potrebbe riconoscere quello che c’è nei nostri selfie, le marche dei vestiti che indossiamo, dove è stato fatto lo scatto, chi c’era con noi”.

Zuckemberg ha dimostrato di essere una persona geniale e un imprenditore di successo. È però inquietante sapere che la mia vita non ha più segreti per lui

 

“Oggi questo episodio mi ha fatto pensare che la vita può cambiare in un attimo, quando meno te lo aspetti. Che è giusto essere spensierati ma anche essere pronti ad affrontare le cose che possono succedere.”

Niente di più vero come in questo periodo che stiamo combattendo contro il covid-19.

T.G.

Veronica sta iniziando a conoscere più lentamente la sua migliore amica solo adesso che ci parla al telefono e non da dietro uno schermo dove chatta scrive e basta, ma non riesce  a percepire i suoi stati d’animo, le sue paure e incertezze, dietro ad una telefonata fatta di parole, risate e silenzi si riesce a capire molto di più”.

Secondo me Veronica vuole esprimere le emozioni non solo con il telefono, ma con il contatto mano, perché  le emozioni si possono trasmettere vedendo le persone.

 

“Era strano e difficile stare senza i social, ma in realtà non utilizzarli l’ aiutava  a ritrovare la vera Veronica “. Secondo me, questo “digiuno” aiutava Veronica ad avere una più ampia percezione nella realtà e a guardare il mondo in modo più “sano”, cosa che sicuramente non le avrebbe dato un uso eccessivo del cellulare e dei social.

G.B.

“Una cosa è confidarsi con qualcuno nascosti dietro a uno schermo, un’altra, molto diversa, se ti confidi guardando in faccia chi parla con te. Così il rapporto che si crea è proprio di un altro spessore. Faccia a faccia. Me ne sto accorgendo mentre sono costretta a farlo. Abbiamo l’illusione di essere legati agli altri e che contiamo per qualcuno perché ci scriviamo 15 ore al giorno, ma questi legami non sono poi così veri. Basta staccare la spina dai social per rendersene conto.”

Sono d’accordo con Veronica, perché se parli con qualcuno faccia a faccia vedi le sue espressioni ed emozioni, invece se si è dietro uno schermo no ed è più facile fingere.

All’inizio ci si rimane male, ma col tempo se ne esce più forti di prima.

Secondo me l’importante non è avere tanti amici, ma averne pochi ma veri.

M.T.

“Immaginate di essere un pesce nato in un acquario: non sapete che siete un pesce, non sapete che vivete in un acquario e che fuori da quello spazio ovattato esiste un mondo fatto di colori, suoni, odori, corpi, esseri viventi diversi da voi con cui condividere lo spazio e il tempo senza filtri, mangimi e ricompense per quel vostro girovagare solitario in quel liquido”.

Quei pesci siamo noi e sono i ragazzi di oggi, quelli nati col cellulare in mano, che per loro rappresenta il tutto.

Il mondo inizia e finisce lì: ci sono le foto, i contatti, le storie, le email, le informazioni riservate, i video, le app.

C.M.

“Ho capito che stare dentro i social come facevo prima mi annebbiava la mente, non voglio farmi divorare di nuovo dal vortice”.

Secondo me con questa frase Veronica vuole dirci che usare i social va bene, ma non troppo, perché  ti riempi la testa con idee che magari non hai pensato tu e con cose che forse non hanno senso.

 

“Adesso cerco di più i rapporti faccia a faccia”.

Dopo un po’ di tempo senza i social Veronica si sta accorgendo che sono meglio i rapporti faccia a faccia, perché capisci cosa prova l’altro quando gli parli o come reagisce. Questo la sta soprattutto cambiando “dentro”.

A.F.

“Abbiamo l’illusione di essere legati agli altri e che contiamo per qualcuno perché ci scriviamo 15 ore al giorno, ma questi legami non sono poi così veri. Basta staccare la spina dai social per rendersene conto.”

Questa frase mi ha fatto capire che alle volte le persone con cui ci scriviamo sempre sono quelle che nella realtà ti cercano per opportunismo, solo al momento del bisogno.

G.P.

‘’È l’unica fuori dalla mia cerchia stretta che si è interessata al mio esperimento’’ così dice Veronica riferendosi ad Erika, e qui Veronica si accorge di voler conoscere ‘Squillo’ e le due adolescenti iniziano a parlarsi e afrequentarsi.

‘’Il ricordo di un incontro nel reale dura, lo puoi assaporare per ore’’: Veronica si accorge che i social ti intrappolano, che i momenti sui social possono essere falsi e comprende la differenza tra i social e la realtà.

‘’Devi aiutarmi, ho fatto una promessa difficile da mantenere’’, ‘’io ci sono, tranquilla’’ : una risposta da parte di Veronica ed una domanda di Erika che le faranno diventare amiche di ‘’pelle’’, amiche vere.

“Guardo di meno come mi vesto”: senza social Veronica si sente più libera e libera di vestirsi come vuole…

M.R.

Dietro un messaggio si possono nascondere tante emozioni difficili da decifrare. “DISINTOSSICARSI È UN PROCESSO LENTO, DEVO RASSEGNARMI ALL’IDEA CHE AVRÒ ALTI E BASSI”.

Veronica si rende conto che disintossicarsi dai social richiede impegno e forza di volontà.

Spesso non ci rendiamo conto che siamo dipendenti e non riusciamo a staccarci dal cellulare.

“QUANDO ASCOLTI UNA PERSONA DAL VIVO SENTI LE SUE EMOZIONI, IL RESPIRO, LE  PAUSE E QUESTO TI FA SPAZIARE”

Veronica riscopre che parlare con le persone a voce fa capire meglio quello che l’altro prova.

 

Dietro un messaggio si possono nascondere tante emozioni difficili da decifrare. “DISINTOSSICARSI È UN PROCESSO LENTO, DEVO RASSEGNARMI ALL’IDEA CHE AVRÒ ALTI E BASSI”

S.I.