In questo periodo di Coronavirus il tempo non manca certamente e allora perché non dedicarlo anche alla lettura? A questa bella passione che ci permette di esplorare terre lontane, di viaggiare con le parole dell’autore,
di trarre qualche insegnamento, di scoprire qualcosa di noi e di chi ci vive accanto, di creare mondi fantastici. E così per cominciare ad utilizzare il tempo in modo piacevole, vi proponiamo la lettura di alcune fiabe e favole. Speriamo che siano di vostro gradimento.
Buona lettura!!

LA TESTUGGINE E IL GABBIANO

Su un’isola verdeggiante, in prossimità della costa oceanica, vivevano una vecchia testuggine e un anziano gabbiano. Erano così vecchi che non riuscivano quasi più a muoversi.
La tartaruga aveva un guscio pieno di cicatrici, frutto di una lunga vita trascorsa tra il mare e la terra e i suoi anni nessuno li sapeva con certezza. Anche le zampe e le unghie erano ormai consumate per il tanto
camminare. I suoi movimenti erano sempre più lenti e ormai non nuotava più
Pure il gabbiano era molto stanco. Le piume delle sue ali erano rovinate, un tantino sporche e in alcune parti spezzate. Non volava quasi più.
Entrambi erano affamati perché non riuscivano a procurarsi il cibo. Erano diventati però grandi amici e trascorrevano il loro tempo libero ammirando il mare e facendo lunghe chiacchierate.
Un giorno i gabbiani più giovani avevano raccontato loro che nell’isola Gelsomina, ad un miglio da loro, il cibo era abbondante perché là il mare era più pulito. Ma come arrivare? Quando ormai avevano perso
ogni speranza, alla testuggine venne un’idea grandiosa: galleggiare mettendosi a pancia in su, per portare il gabbiano.
In un giorno di mare calmo partirono.
Siccome le ali del gabbiano facevano da vele impiegarono poco più di un giorno per arrivare sull’ isolotto, dove trascorsero ancora anni insieme.

A.  e  F.

 

 

 

 

IL LUPO E LA VOLPE

Un giorno, in un prato, un lupo felice e allegro stava raccogliendo fiori per sua moglie. Ad un certo punto sentì una voce provenire da lontano. Il lupo si mise a correre pensando che qualcuno avesse bisogno di lui.
Sotto un albero trovò una volpe che piangeva perché aveva una ferita alla zampa. Allora andò a prendere delle erbe officinali e tornò da lei per medicarla. In lontananza un branco di volpi vide la scena e, pensando che il lupo si stesse mangiando l’amica, partì all’attacco. Il povero lupo non si accorse, ma sentendo quelle parole: “Brutto lupo, brutto lupo ….lasciala stare!”. L’animale prese paura e si mise a correre  all’impazzata.
Le volpi, velocissime, lo raggiunsero e lo bastonarono e così il lupo tornò a casa pieno di botte e malconcio.
Morale: “È difficile modificare i pregiudizi della gente.”

F. e M.

LA LUMACA E IL GHEPARDO

In una radura sperduta viveva un ghepardo molto veloce, un po’ bullo e dal modo di fare sprezzante; nelle vicinanze c’era anche una lumaca saggia ma assai lenta.
Un giorno il ghepardo andò dalla sua amica lumaca e le disse: “Ehi lentona, vieni con me a fare una gara! Tanto vincerò io”. La lumaca ribatté: “Okay, però non so se vincerai proprio tu!”. Arrivati alla partenza chiesero all’elefante di andare al traguardo e alla volpe di dare il via. Dopo pochi minuti la volpe disse: “Uno, due, tre, ……….. via!”. Il ghepardo sfrecciò come una scheggia impazzita, mentre la lumaca, con tutto il suo peso sulle spalle, partì lentamente.
Dopo un po’ il ghepardo disse tra sé e sé: “Tanto la lumaca è lenta, non potrà mai superarmi, perciò mi sdraio e dormo un pochino”. Piano piano la lumaca lo raggiunse, lo superò e riuscì a tagliare il traguardo rima di lui. Poi, quando lo vide avanzare di corsa come un cavallo al galoppo, gli rinfacciò: “Mai sottovalutare gli altri”.
E così il ghepardo venne preso in giro da tutti i suoi simili.

F. e C.

LA RIVINCITA DEL PULCINO

Una volta un gallo molto antipatico si accorse che nel suo territorio c’era un pulcino a macchie nere che se ne stava da solo. Lo prese e lo portò il più lontano possibile.
Dopo alcuni giorni quel territorio venne preso d’assalto dai ratti che divoravano tutto e non lasciarono nemmeno un chicco di grano.
Nel frattempo il pulcino a macchie nere si mise a cercare del cibo, perché non mangiava da giorni e giorni. Lo trovò vicino ad un mucchio di immondizie, fece il pieno e si mise in viaggio alla ricerca di un luogo per
vivere.
Strada facendo passò vicino al territorio del gallo e vide che erano morte molte galline e le altre non avevano più nulla da mettere sotto i denti.
Si fermò ad ascoltare i loro lamenti, poi una gallina si mise ad urlare: “Aiutaci pulcino! Aiutaci pulcino! Sei la nostra unica speranza!”. Le altre la imitarono. Insomma tutte gridavano tranne il gallo perché non voleva
nessun pulcino nel suo territorio, però questa volta fu costretto a farlo entrare. Mangiarono tutti e ringraziarono il pulcino, anche il gallo.
Il giorno dopo galline e gallo decisero di sporcarsi il pelo di inchiostro nero. Ora il gallo aveva capito che la bellezza non è solamente esteriore ma soprattutto interiore.

L. e V.

I DUE INNAMORATI

Un giorno un ragazzo di nome Alessandro andò a fare una passeggiata nel bosco con Sofia, la sua fidanzata. Mentre stavano camminando sentirono dei rumori, videro delle ombre dietro gli alberi, si spaventarono e incominciarono a correre per arrivare prima possibile al ruscello. Si erano appena seduti, quando dal tronco degli alberi uscirono due persone: prima presero Alessandro e lo legarono all’albero, poi imbavagliarono Sofia e scapparono con lei. Giunti in una radura notarono una casa abbandonata, che nessuno aveva mai visto poiché era coperta da rovi spinosi ed edera.
Intanto, lontano da lì, impaurito più che mai, Alessandro incominciò a gridare: “Aiuto! Aiuto! Aiutoooo!”. Nel bosco stava passeggiando Gino il Soldino con il suo cane, ma quando sentì quelle urla strazianti, corse
verso il ruscello e vide Alessandro legato ad un albero, lo slegò e gli domandò cosa fosse successo. Gli raccontò tutto e gli chiese di aiutarlo a liberare la sua ragazza. Si avviarono quindi verso il bosco quando,
improvvisamente, Gino il Soldino vide che tra gli alti rovi c’era una casa abbandonata. Appena si avvicinarono, sentirono delle voci e, sbirciando dalla finestra, intravidero i malviventi. Aprirono la porta e piano piano
entrarono, gli altri non si accorsero di nulla e li presero a calci e pugni.
Mentre Gino il Soldino li legava Alessandro si mise a cercare Sofia: la trovò nella piccola stanza della cantina. Allora Alessandro e Sofia gli chiesero come poter ricambiare il favore ricevuto. Lui rispose che non
aveva bisogno di nulla, anzi voleva far loro un regalo e in quell’istante apparve un castello. I due ragazzi lo ringraziarono e lo invitarono al loro matrimonio.
Dopo si trasferirono nel castello e vissero per sempre felici e contenti.

E. e J.

LA BARCA DI CHERYL

Mentre Cheryl si trovava in carcere, ad aspettare il processo della sua condanna al rogo, chiese ai suoi carcerieri di poter esprimere il suo ultimo desiderio: avere un pezzo di gesso. Appena lo ricevette disegnò una barca sulla nera parete della cella. La ragazza salì sull’imbarcazione, navigò nell’aria e non tornò mai più.
Il giorno dopo, di prima mattinata, venne una vecchia signora; Betty era il suo nome. Lei disse: – Sono venuta qui per pagare il riscatto, o meglio per liberare Cheryl da questa terribile prigione!
-Purtroppo Cheryl non ce l’ha fatta: è venuta a mancare. Mi dispiace – disse uno dei tanti carcerieri.
Betty tornò a casa sua, una piccola capanna immersa nella foresta: dalla finestra della sua camera si poteva ammirare un laghetto color smeraldo.
Passarono i giorni. Una mattinata Betty vide una barchetta che sembrava quasi fatta di gesso. Da lontano aveva notato una giovane ragazza che sembrava Cheryl.
Ormeggiò la piccola imbarcazione poi scese a riva.
-Dove sei stata tutto questo tempo? – chiese Betty, ormai sicura di sé.
-Sono stata intrappolata da Clifford – spiegò Cheryl.
Passarono ore e ore a parlare. A sera Cheryl venne ospitata da Betty.
Durante la cena, di punto in bianco, Cheryl le disse: – Secondo me abbiamo qualcosa in comune, ma prima vorrei sapere chi sei veramente.
-Io in realtà sono Madre Terra, e tu? – chiese con un tocco di curiosità, ma senza farlo vedere troppo.
-Io sono Madre Natura e sono fiera di esserlo – rispose Cheryl.
Da quella sera Madre Terra e Madre Natura decisero di aiutare il mondo intero per renderlo più bello e più vivibile.

C. e M.